27 gennaio 2009

Lo sai cosa penso?

Oggi, dopo un sacco di tempo, ho incrociato Creativo n.4 nella saletta ristoro.
- Allora esisti - gli ho detto - che fine avevi fatto?
- Fine? Non c'è mai fine, Bandini - ha risposto.
Ha indicato il distributore automatico di snack.
- Embè? - ho detto.
- Guarda bene. Ci sono le formiche, dentro.
Ho guardato bene. Aveva ragione, c'erano le formiche, facevano su e giù da un comparto all'altro, senza il minimo rispetto per la divisione in comparti. Dopo un po' è arrivato Creativo n.2, io e n.4 gli abbiamo indicato il distributore automatico di snack.
- Embè? - ha detto lui.
- Guarda bene - abbiamo detto noi.
N.2 ha guardato bene e poi è impallidito.
- Secondo me è stato Creativo n.1 - ha detto.
Io ho sbuffato.
- Creativo n.1 è morto, ricordi? - ho detto.
- E con questo cosa vuoi dire? - ha detto lui, stizzito.
- Creativo n.1 è morto? Quando? - ha detto n.4.
- È successo più di quattro mesi fa, non lo sapevi?
N.4 ha fatto spallucce.
Più tardi, n.4 è entrato nel mio ufficio.
- Lo sapevi che mangiare sedano migliora il sapore del tuo sperma? - ha detto.
- Sedano?
- E ananas. Sedano e ananas. Da giorni non faccio che mangiare insalate di sedano e ananas.
- E hai potuto riscontrare...
N.4 ha avvicinato la sua faccia alla mia e ha cominciato a parlare sottovoce.
- Io non ne ce la faccio più, Bandini. Sono oltre. Sono oltre da un pezzo. Lo sai a cosa penso quando sento la parola "Gaza"? Mi viene l'immagine di una bibita gassata, molto colorata. Il mio cervello crea subito uno minispot per questa bibita gassata colorata, Gaza. Il mio cervello crea subito un claim. Io mi gaso con Gaza. Bandini, e lo sai cosa penso quando sento "bombe al fosforo"? Non penso al fosforo bianco, che a contatto con l'ossigeno dell'aria produce anidride fosforica e questa anidride fosforica a contatto con la tua faccia da cazzo - che contiene acqua - reagisce violentemente disidratandola, la tua faccia da cazzo. Così tutti i tessuti molli bruciano e tutti i tessuti organici vengono completamente distrutti. Non penso questo, e non penso che le bombe al fosforo bianco secondo la denuncia di molte ong sono state usate da Israele contro i palestinesi e quindi anche contro i bambini palestinesi e questi bambini palestinesi sono diventati loro malgrado corpi produttori di acido solforico, quindi corpi in qualche modo carbonizzati, anche se forse non è chimicamente esatto definirli così. Non penso questo, quando sento "bombe al fosforo", ma mi immagino pasticche per la memoria, Bandini. Pasticche da reclamizzare. Oppure la stessa Gaza, la bibita effervescente, potrebbe essere a base di fosforo, penso, così farebbe anche bene alla memoria, ed ecco il claim: Gaza, e la tua memoria diventa una bomba. Questo è quello che penso. Capisci? Capisci? Capisci?
Io ho deglutito.
- Sono oltre, Bandini. Sono veramente oltre. Non ce la faccio più.
- C'è qualcosa che posso fare per te?
- Per me no. Ma forse per te qualcosa puoi fare.
- E cosa?
- Sedano e ananas, Bandini. Sedano. E ananas - e dicendo così è uscito dal mio ufficio.
Un'ora fa sono uscito anch'io, sono passato davanti all'ufficio di n.2, la porta era aperta. Stava mangiando il gambo di un sedano.

15 gennaio 2009

Ascensione, pianificazione, controdimostrazione

Entro nell'ascensore, mi giro verso l'uscita. Le porte stanno per chiudersi quando, all'ultimo momento, una donna che non ho mai visto prima si infila dentro. Le porte si chiudono.
- A che piano signora?
- Quarto, grazie.
- Andiamo allo stesso piano allora. Lei abita qua?
- Sì, abito al quarto piano, proprio come lei.
- Che strano, non ci siamo mai incontrati prima.
- Non mi faccia parlare.
- Sicura che altre volte non è andata al terzo, o al quinto?
- Che intende dire? Se abito al quarto, perché dovrei scendere ad altri piani.
- No, è che magari è per questo che non mi ricordo di lei, perché lei magari altre volte è andata non al quarto, ma ad altri piani.
- Ma scusi, se anche fosse, perché dovrebbe ricordarsi di me se io vado mettiamo al terzo piano, e invece non si ricorda se vado al quarto.
- Ma perché sono due cose diverse, scusi. Se lei anche oggi, come immagino altre volte, mi avesse detto: terzo piano, io mi sarei sicuramente ricordato delle altre volte che lei era in ascensore con me ed è uscita al terzo piano, ma siccome invece oggi lei esce al quarto piano, ecco che questa diventa la prima volta e quindi è come se noi ci vedessimo per la prima volta.
- Ma non è la prima volta, che esco al quarto insieme a lei.
- Non è possibile.
- Invece sì, lei se lo dimentica ogni volta, ma io me lo ricordo benissimo.
- Probabilmente lei si confonde con altre volte in cui io magari sono uscito al terzo o al quinto piano, lei si ricorda quelle volte lì e allora crede di ricordarsi di me, ma lei fa confusione, lei confonde il quarto piano con altri piani.
- Lei mi fa diventare matta. Siamo al piano, permesso, permesso.
- Vuole la controprova? Ora scendiamo al terzo piano e vedrà che non ci ricorderemo niente.
- Permesso, permesso e permesso!

13 gennaio 2009

Non siamo liberi di fare una cosa che questa ne comporta subito un'altra

Oggi sono entrato dal tabaccaio e ho comprato un Gratta&Vinci. Ho grattato & ho perso. Allora ho sventolato il biglietto davanti alla faccia del tabaccaio.
– Scusi – ho detto.
– Che c'è?
– È difettoso. Me lo cambia?
– Come sarebbe, me lo cambia.
– Me ne dà un altro.
– Come sarebbe, che era difettoso.
– Come sarebbe e come sarebbe. Sarebbe che ho grattato & ho perso.
– Succede a molti, sa?
– Vuol dire che ci sono molti biglietti difettati?
– Non è difettato! È solo stato sfortunato lei.
– Cosa? Che intende dire. Che sono difettato io?
– Ma no, è solo sfortuna, ha grattato e ha perso, non si vince mica sempre.
– Ma io mica ho chiesto un Gratta&Perdi, io ho chiesto un Gratta&Vinci. Ho seguito per filo e per segno le istruzioni, ho grattato & dovevo vincere, no perdere, si chiama o non si chiama Gratta&Vinci?
– Sì, ma non significa che si vince automaticamente.
– Allora doveva chiamarsi Gratta&ForseVinci, o magari Gratta&VinciSeSeiFortunato, non è che potete ingannare così la gente.
– Sono solo un tabaccaio, cosa vuole da me?
Era vero, era solo un tabaccaio, e siccome non fumo, non mi restava da fare altro che uscire, e infatti sono uscito.
Gratta&Vinci una sega, ho pensato. Non è che uno pretende di vincere senza grattare. Non arrivo a tanto, non sono così presuntuoso. Cioè io sono anche disposto a grattare, se dopo si vince. Sono disposto a questi sacrifici. Da che mondo è mondo la vittoria va guadagnata, e io per guadagnarmela sono pronto a grattare, non mi tiro indietro. Insomma, non è che ho comprato il Gratta&Vinci e senza neanche grattarlo l'ho restituito al tabaccaio pretendendo che mi desse il premio, no; mi sono preso le mie responsabilità, io la mia parte l'ho fatta, ho grattato, & invece di vincere, ho perso, & c'era anche la beffa. Allora era un Gratta&Perdi&Beffa, ecco cos'era. E se invece, mettiamo, io avessi voluto soltanto grattare? Eh? Grattare, senza vincere né perdere. La gente ha molti hobby; chi va a pesca; chi gioca a bowling; chi imbalsama vermi; io gratto. Perciò magari mi piace grattare, senza conseguenze, né positive né negative; è un mio diritto. Invece no, mi tocca vincere, o perdere. E' automatico. Chi l'ha detto? Chi l'ha deciso? Dove sta scritto? E' un decreto legge? Perché nessuno si prende a cuore i bisogni reali della popolazione? Qua i nostri governanti credono che la popolazione non voglia far altro che Vincere & Perdere, in tv tutti a dire: grande boom dei Gratta&Vinci, e allora i sociologi dicono che siamo una popolazione di giocatori d'azzardo, e invece magari siamo solo un popolo di grattatori, ci piace tantissimo grattare, sin dall'infanzia, solo che per farlo ci tocca vincere o perdere, ma non l'abbiamo deciso noi, non siamo neanche liberi di grattare e basta.
E meno male che non fumo! Se no mi toccava anche nuocere gravemente alla salute, e chissà che altro, e pure contro la mia volontà.

7 gennaio 2009

Apri tutto

Ieri mi è venuto un ascesso al dente del giudizio e come se non bastasse mi si è spezzata la chiave nella serratura della porta di casa. Ero lì nel pianerottolo che con una mano mi tenevo la guancia e con l'altra cercavo di infilare la chiave nella toppa con un colpo solo, non ci riesco mai. Invece ieri ci sono riuscito, ma forse per l'entusiasmo o forse per contrappasso, non so, come ho ruotato il polso la chiave si è spezzata. Per cinque minuti sono rimasto immobile davanti alla porta chiusa con un pezzo di chiave in mano massaggiandomi la guancia. Per trovare una via d'uscita ho fatto la Raccolta Differenziata Tibetana dei Pensieri. Poi, a mente vuota, mi sono reso conto che non era di una via d'uscita che avevo bisogno, ma di una d'ingresso. Allora ho chiamato il Pronto Intervento Apritutto. Dopo mezz'ora è arrivato un tizio con una valigetta da scassinatore.
- Lei è il Pronto Intervento Apritutto?
- Sono io.
- Come faccio a sapere che è lei e non uno scassinatore qualunque?
- Che differenza fa, scusi?
Aveva ragione. Lo scassinatore apritutto ha dato un'occhiata alla serratura con il pezzo di chiave dentro, ha fatto mmm-mmm, con tono sapienziale, ha aperto la sua valigetta e ha spruzzato dello Svitol nella toppa della serratura. Quindi con del fil di ferro ha estratto il pezzo di chiave dalla serratura. Il tutto in due minuti scarsi.
- Quant'è? - ho chiesto allo scassinatore.
- Cinquanta euro - ha detto lui. Costa meno del mio dentista, ho pensato. Sanpietroli per un'estrazione mi chiede 90 euro, e solo perché eravamo compagni di scuola. Allora allo scassinatore apritutto gli ho chiesto di darmi un'occhiata al mio ascesso. Apra la bocca, ha detto. Io ho aperto, lui mi ha puntato una torcia elettrica in bocca e con fare sapienziale ha detto "mmhh-mmmhh".
- Il dente del giudizio - ha detto.
- Proprio quello - ho detto io.
- Stia fermo così - ha detto, e mi ha spruzzato dello Svitol in bocca. Ho sentito la lingua accartocciarsi come lana di vetro.
- Pensi a qualcosa di piacevole - ha detto, piegando il fil di ferro a uncino. Non mi veniva in mente niente perché avevo fatto la Raccolta Differenziata Tibetana dei Pensieri. Volevo dire al tipo di aspettare un attimo perché non riuscivo a pensare a niente ma troppo tardi, ho sentito il fil di ferro incunearsi tra la gengiva e il dente, sono svenuto.
Mi ha svegliato stamattina la signora che pulisce le scale, ero steso con la testa sullo zerbino. Al posto del dente del giudizio adesso ho un buco, ma non fa più male. Lo Svitol è un gran prodotto, devo dirlo a mio padre.